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Il piano di intervento socio-sanitario nel 2014 e nel 2015

Roma è stata tra le città italiane maggiormente interessate dal fenomeno dei migranti in transito. A seguito dell'intensificarsi degli arrivi, si è infatti registrato, già a partire dai primi mesi del 2014, un cospicuo aumento delle presenze all’interno di insediamenti spontanei o edifici in stato di abbandono, già occupati da altri stranieri presenti stabilmente e talora organizzati secondo modalità di autogestione. Le condizioni generali di vita in questi insediamenti si sono ulteriormente aggravate per l’aumento della densità abitativa, cui si aggiunge lo stato di salute spesso compromesso dei migranti di recente arrivo e di quelli in transito, in particolare.
Per far fronte all’ emergenza, nella primavera 2014, su iniziativa della Direzione Generale della ASL RMB, si è costituito un Gruppo di lavoro inter-istituzionale, aperto alla partecipazione di diversi enti sociosanitari pubblici e del privato sociale. Tale Gruppo di lavoro, coordinato dal Dipartimento di Prevenzione della ASL RMB e dall’INMP, ha definito le modalità operative e gli strumenti più idonei a garantire l’assistenza sociosanitaria di base e il supporto sociale ai migranti in transito. L’intervento si è svolto dal 18 giugno al 6 novembre 2014 e ha interessato due edifici occupati, quello noto come Selam Palace in Via Arrigo Cavaglieri n.8 e quello di Via Collatina n. 385, e un insediamento spontaneo (via delle Messi d’Oro) nell’area sud-est di Roma.

Nella primavera 2015, in risposta alla nuova ondata di sbarchi e all’incremento delle presenze a Roma, la ASL RMB e l’INMP hanno disposto (con nota congiunta del 23 marzo 2015) la ripresa delle attività. Successivamente, a seguito dello smantellamento di via delle Messi d’Oro, una parte dei migranti è stata accolta nel centro di accoglienza Baobab (sul territorio della ASL RMA) e all’interno di una tendopoli allestita dalla Croce Rossa nei pressi della Stazione Tiburtina (sul territorio della ASL RMB). Questa nuova situazione ha portato dunque al coinvolgimento della ASL RMA e all’ingresso nella rete assistenziale di altre organizzazioni umanitarie (per un totale di 16 tra istituzioni pubbliche e associazioni non profit). Infine, nell’autunno 2015, con la chiusura della tendopoli, è stato istituito ufficialmente – per la prima volta a Roma – un centro dedicato all’accoglienza dei migranti in transito, presso via del Frantoio. Tutti gli insediamenti suddetti sono stati interessati dal piano di intervento sociosanitario, fino alla naturale cessazione delle attività, in data 13 novembre 2015, per esaurimento del flusso.

Il modello operativo
In ragione delle caratteristiche della popolazione in transito e dell’urgenza dei bisogni emergenti, il modello adottato è stato quello della prossimità dell’offerta assistenziale, realizzato mediante l’erogazione di prestazioni sanitarie di primo livello direttamente all’interno degli edifici interessati dal fenomeno, previo coinvolgimento dei comitati di autogestione, laddove presenti, per concordare modalità e tempistiche. Le équipe, composte da medici, infermieri, specialisti dermatologi, operatori sociali e mediatori culturali, hanno operato all’interno di unità mobili adibite ad ambulatorio o in spazi dedicati, garantendo visite di medicina generale e dermatologiche, medicazioni e somministrazione di farmaci.
Per la permanenza estremamente ridotta negli edifici da parte degli immigrati in transito, non sono state previste prestazioni di secondo livello; tuttavia, nei casi in cui sussistevano le condizioni di programmabilità di videat specialistici o di approfondimenti diagnostici, è stato garantito l’accesso facilitato alle strutture ambulatoriali del territorio e previsto anche l’accompagnamento dei pazienti mediante automezzo dedicato. Inoltre, l’INMP ha messo a disposizione un servizio di teleconsulto dermatologico, con la possibilità per gli operatori delle équipe di inviare immagini su piattaforma dedicata e richiedere consulenze su specifici quesiti diagnostici.
In caso di pazienti che necessitavano di trattamenti urgenti in ambito ospedaliero, è stata utilizzata la modalità ordinaria di attivazione dell’Ares 118.
Parallelamente all’azione sanitaria, è stata fornita un’assistenza di tipo sociale, mediante la raccolta e la distribuzione di beni di prima necessità (vestiario, cibo e kit per l’igiene personale), grazie anche al supporto delle parrocchie di zona.
Al fine di documentare le prestazioni sanitarie e i trattamenti erogati presso gli insediamenti, è stata predisposta una scheda da compilare a cura degli operatori delle équipe, a seguito di ogni contatto. In seguito, i dati sono stati inseriti su supporto informatico e analizzati utilizzando il software Stata (versione 11).