Il fenomeno dei migranti in transito
Nel 2014, secondo i dati del Ministero dell’Interno, sono approdate sulle nostre coste circa 170 mila persone, in gran parte profughi provenienti da Siria, Afghanistan, Somalia, Eritrea. Il 15% era costituito da minori, di cui oltre la metà non accompagnati. Tra gli adulti, le donne rappresentavano circa il 13%.
Nel 2015, il fenomeno degli sbarchi è proseguito, sebbene con una lieve flessione, e i nuovi arrivati sono stati circa 154 mila.
Una quota significativa di questi profughi si è sottratta all’identificazione, rendendosi invisibile sul territorio nazionale, allo scopo di eludere il Regolamento di Dublino e raggiungere altri paesi dell’UE. In ragione del breve periodo di permanenza in Italia (di solito alcuni giorni), questi profughi sono stati denominati “transitanti”.
I migranti in transito costituiscono una tipologia diversa dai “migranti economici”, in quanto i fattori di espulsione sembrano agire in modo prevalente rispetto a quelli di attrazione. Trattandosi di persone in fuga, la selezione determinata dall’effetto migrante sano, pur persistendo in ragione della giovane età di coloro che hanno la possibilità di partire, avviene in modo attenuato: lo stato di salute al momento della partenza risente, infatti, della precarietà e dell’instabilità dei contesti di provenienza, e quello di arrivo delle condizioni e delle esperienze vissute nei paesi attraversati nel corso del viaggio verso l’Italia.
Inoltre, numerosi sono i minori o coloro che appaiono tali, spesso non accompagnati.
Tale popolazione transita per brevi periodi (da pochi giorni a qualche settimana) sul territorio nazionale, non è inserita nel programma di accoglienza per richiedenti protezione internazionale, non gode di copertura sanitaria (in quanto popolazione non identificata) e non si rivolge spontaneamente ai servizi sociosanitari per gli irregolari. L’urgenza del bisogno di salute da un lato, e la condizione di transitanti dall’altro, rendono non completamente applicabili i modelli di orientamento ai servizi e di presa in carico adottati nei confronti della popolazione immigrata stabilmente soggiornante sul territorio. Per tali ragioni, il fenomeno dei migranti in transito ha finito per assumere un impatto rilevante sulle strategie di sanità pubblica e sui modelli socio-sanitari di presa in carico.