Convegno "Salute Mentale dei Migranti: tendenze a livello Europeo e approccio transculturale"
Mirisola, Direttore Generale INMP: “Il crescente numero di rifugiati, richiedenti protezione internazionale e migranti, pone diverse e complesse sfide alla salute mentale in Europa: dalle politiche ai programmi, dai servizi all’assistenza, e necessita un approccio concreto, inclusivo e di sistema”
“Salute Mentale dei Migranti: tendenze a livello Europeo e approccio transculturale” è il tema del convegno organizzato dall’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto delle malattie della Povertà (INMP), che si è tenuto mercoledì alle ore 9:00 presso l’Aula Agostini dello stesso Istituto, in Via San Gallicano 25/a - Roma.
Il convegno, a cui hanno preso parte professionisti di numerose Università, istituzioni sanitarie nazionali e internazionali e personalità del mondo accademico e culturale, tra cui il Prof. Franco Cuccurullo, aveva lo scopo di sollecitare un dialogo sull’attuale situazione della salute mentale delle popolazioni migranti in Europa, e sugli approcci innovativi per affrontare la sua complessità, non solo dal punto di vista terapeutico ma anche socioculturale. In apertura la Dott.ssa Concetta Mirisola, Direttore Generale dell’INMP, ha illustrato le attività dell’Istituto, soffermandosi sul ruolo cardine che ricoprono, all'interno dell'offerta clinica del poliambulatorio INMP, i servizi di psichiatria e psicologia clinica rivolti alle fasce svantaggiate della popolazione. L’on. Livia Turco, Presidente del Consiglio di Indirizzo dell’INMP, ha evidenziato i pregi del lavoro dell'Istituto in favore dei migranti e dei gruppi vulnerabili e, in particolare, l'approccio transculturale e olistico alla cura che l'INMP applica, anche in ambito di salute mentale, centrato sui bisogni specifici della persona. A seguire il Prof. Alberto Siracusano, Ordinario di Psichiatria presso l’Università di Tor Vergata e Presidente della SOPSI (Società Italiana di Psicopatologia), ha sottolineato come il fenomeno migratorio ponga una grande sfida alla psichiatria e di come, soprattutto in ambito sanitario, l’approccio debba essere “sartorializzato” sui bisogni di salute dell’individuo. Il Prof. Siracusano ha poi lasciato la parola al Prof. Dinesh Bhugra, Professore Emerito di Salute Mentale e Diversità Culturale presso l'Istituto di Psichiatria, Psicologia e Neuroscienze del King's College di Londra, Presidente dell’Associazione Mondiale di Psichiatria, e uno dei massimi esperti a livello internazionale di psichiatria transculturale, che ha tenuto una lezione magistrale sulla salute mentale dei migranti in Europa. Hanno fatto seguito le relazioni della giornata (disponibili in allegato alla pagina), moderate dal Prof. Marco Sarchiapone, psichiatra presso l’Unità Operativa di Salute Mentale dell’INMP.
“È fondamentale aprire maggiori spazi di riflessione su temi rilevanti come la salute mentale delle popolazioni migranti, che è l’obiettivo principale di questo evento - ha dichiarato la Dott.ssa Concetta Mirisola in riferimento all'organizzazione del convegno. Il crescente numero di rifugiati, richiedenti protezione internazionale e migranti che arrivano o transitano in Italia, pone diverse e complesse sfide in termini di salute mentale anche nel nostro Paese: dalle politiche ai programmi da attuare, fino ai servizi all’assistenza da assumere e garantire. Per questo, è importante riflettere insieme sulle possibili strategie efficaci per affrontare le sfide poste dal fenomeno attuale e in crescita. In particolare, è importante che gli operatori socio-sanitari che assistono le popolazioni migranti abbiano le giuste competenze acquisite attraverso una formazione specifica che tenga conto anche e soprattutto degli aspetti transculturali, oppure che vengano supportati da figure professionali, come i mediatori transculturali, esperti in ambito sanitario. Da una parte, questo permetterebbe loro di comporre un quadro ancora più completo relativamente alla valutazione dello stato di salute di queste persone, particolarmente vulnerabili e a forte rischio di esclusione sociale, e dall’altra rappresenterebbe un importante sostegno nell’offrire risposte diagnostico-terapeutiche efficaci e appropriate ai bisogni di salute, spesso complesse, dei migranti.” Un impegno che tutto il Personale dell’Istituto persegue giornalmente attraverso un modello socio-assistenziale integrato di presa in carico delle persone più svantaggiate, quali sono i migranti che arrivano nel nostro Paese dopo aver subìto indescrivibili violenze e traumi. Tale impegno è mirato a fronteggiare, all’interno del Servizio pubblico, le complessità sociosanitarie poste da queste popolazioni, attraverso un approccio olistico orientato alla persona, che prevede un “ascolto attivo” e rispettoso delle diversità e si concretizza attraverso équipe multidisciplinari e transculturali, delle quali fanno parte il personale medico così come psicologi, assistenti sociali, antropologi e mediatori transculturali esperti in ambito sanitario. Inoltre, per ampliare la comprensione dei fenomeni legati all’immigrazione e all’impatto della povertà sulla salute della popolazione, l’INMP si avvale del lavoro dell’Osservatorio Epidemiologico nazionale e del Centro di riferimento della Rete nazionale per le problematiche di assistenza in campo socio-sanitario legate alle popolazioni migranti e alla povertà, operanti all’interno dell’INMP, che di conseguenza può ritenersi punto di riferimento pubblico per l’assistenza d’avanguardia ai neglectis rejectisque del nostro tempo.
“È una sfida volta a superare le distanze e riconoscere a tutti, nessuno escluso, i diritti fondamentali e universali, il primo diritto umano è il diritto alla salute, perché salute vuol dire sviluppo, vuol dire vita. Come la vita di tanti minori stranieri, accompagnati e non, che arrivano in Italia e che curiamo sia negli ambulatori di Roma sia negli hotspot di Lampedusa e Trapani-Milo. I più deboli tra i deboli, testimoni e vittime di crudeltà aberranti, a rischio più degli altri di sviluppare patologie mentali invalidanti. È soprattutto a questi bambini e ragazzi (aumentati del 20% i minori stranieri non accompagnati sbarcati in Italia nei primi cinque mesi del 2017, e da gennaio 5.500 quelli registrati) che dobbiamo garantire il diritto alla vita e alla salute costruendo attorno ai loro bisogni, quella rete di protezione e di cura necessarie, quella ‘visione’ attenta e inclusiva - conclude Mirisola - capace di tenere insieme la società, attraverso un tessuto connettivo di valori e principi oggi non più negoziabili”.
In allegato alla pagina il programma dell'evento.
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