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Progetto PNRR - DIABETHIC: “Cardio-metabolic diseases in immigrants and ethnic minorities: from epidemiology to new prevention strategies”
Progetto finanziato dall’Unione Europea (NextGenerationUE) nell’ambito della call PNRR: M6/C2_CALL 2022.
Centri partecipanti: AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA CAREGGI (UO 1), Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e il contrasto delle malattie della Povertà (INMP) (UO 2), AUSL - IRCCS in Tecnologie Avanzate e Modelli Assistenziali in Oncologia di Reggio Emilia (UO 3), Azienda Ospedaliera Universitaria Mater Domini, Catanzaro (UO 4).
L’implementazione di strategie preventive ha portato la maggior parte dei paesi dell’Europa occidentale (UE) a registrare negli ultimi vent’anni una riduzione complessiva delle malattie cardiovascolari. Tuttavia, in molti paesi a basso reddito, la prevalenza di malattie cardiovascolari e metaboliche continua a crescere. L’Africa subsahariana ha riportato la più alta percentuale di diabete di tipo 2 (T2D) non diagnosticato (63%), mentre la più alta prevalenza di T2D si riscontra nei paesi dell’Asia meridionale. Tra il 1990 e il 2017, in Italia è stata osservata una riduzione dei decessi per malattie cardiovascolari meno accentuata rispetto all’Europa occidentale, e la prevalenza di obesità, obesità addominale e ipercolesterolemia è in aumento. Il rischio cardiovascolare è risultato associato ad uno stato socioeconomico basso, e tra gli immigrati e le minoranze etniche sono state registrate prevalenze elevate di malattie cardio metaboliche. I fattori “pre” e “post” migrazione, la genetica e le abitudini familiari condivise possono influenzare fattori comportamentali e biologici, l’accesso all’assistenza sanitaria, lo stress fisico e psicosociale e l’epigenetica al momento della migrazione.
Recentemente, i trial di intervento sugli stili di vita condotti in diverse comunità etniche hanno portato a una significativa riduzione dell'incidenza del diabete di tipo 2 e al miglioramento degli esiti relativi alla glicemia ed alle misure antropometriche. Tuttavia, nonostante il ruolo rilevante svolto dal contesto specifico nel determinare l’esito di tali trial condotti su immigrati o minoranze etniche, in Europa ne sono stati condotti pochissimi e in Italia nessuno. In questo progetto esploreremo il problema a tre diversi livelli.
Obiettivo 1. Studi basati sulla popolazione confronteranno le interrelazioni tra fattori di rischio socioeconomici, condizioni di salute ed esiti nella popolazione ospitante con quelle che agiscono nelle diverse comunità di immigrati in base all'area di origine, alla durata del soggiorno e alla regione di residenza in Italia. Saranno utilizzate informazioni provenienti da diverse fonti (censimenti, registri di popolazione, banche dati sanitarie, registri di mortalità, registri diabete).
Obiettivo 2. Gli immigrati irregolari sono solitamente esclusi dagli studi basati sulla popolazione condotti con approcci convenzionali, poiché manca la possibilità di risalire ad una qualche forma di “elenco” di tali soggetti in qualche forma. Allo scopo di indagare i livelli di accesso alle cure sanitarie per gli immigrati irregolari ad alto rischio per diabete di tipo 2 e ipertensione, sarà adottato l’approccio pilota sviluppato in Toscana che ha coinvolto il Consolato Generale di Firenze, le organizzazioni “community-based” cinesi, l’università cinese e quella italiana in un progetto partecipativo per lo screening sanitario. Si valuterà la possibilità di estendere questo modello ad altre regioni in Italia.
Obiettivo 3. Mediante un trial randomizzato controllato (RCT) saranno valutate le possibili implementazioni di interventi preventivi. Il RCT verrà condotto per testare l’efficacia di un intervento finalizzato a promuovere una dieta sana, l’attività fisica e la compliance alla terapia nei pazienti diabetici. L’intervento sarà sviluppato in collaborazione con le comunità di immigrati locali in ciascun centro partecipante al RCT. I pazienti saranno assegnati in modo casuale all'intervento o alla “usual care”. I requisiti minimi della “usual care” comprenderanno materiale informativo multilingue e appuntamenti pianificati presso gli ambulatori di diabetologia, come raccomandato dalle linee guida italiane (ogni 12 mesi per il diabete senza complicanze, almeno ogni 6 mesi per il diabete con complicanze).