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L’impatto del COVID-19 sulla popolazione immigrata in Italia

L’impatto del COVID-19 sulla popolazione immigrata in Italia (febbraio 2020-luglio 2021)

È stata pubblicata, nel mese di luglio 2022, la monografia “L’impatto del COVID-19 sulla popolazione immigrata in Italia (febbraio 2020-luglio 2021)”, supplemento di Epidemiologia & Prevenzione, rivista dell'Associazione Italiana di Epidemiologia (ed. 2022; n. 46, 4, luglio-agosto). Il volume illustra i risultati di un progetto collaborativo tra INMP e Regioni

Presentazione della monografia (di Concetta Mirisola, Direttore Generale INMP)
Da oltre due anni, il mondo intero sta affrontando la più grave crisi sanitaria dell’epoca moderna. L’Italia è stato uno tra i primi Paesi a essere investito dalla pandemia di SARS-COV-2, con effetti sulla salute della popolazione residente senza precedenti nella storia recente. La speranza di vita, in crescita costante da molti anni, ha subito un brusco decremento nel 2020.

L’impatto del COVID-19 si è rivelato anche socialmente iniquo, poiché ha esposto le fasce più vulnerabili e svantaggiate di popolazione a una maggiore probabilità di contagio, a causa delle condizioni occupazionali o abitative, e a esiti peggiori della malattia, a causa della maggiore prevalenza di patologie croniche e di fattori di rischio preesistenti, come l’obesità. La mortalità, aumentata in tutte le fasce sociali, ha tuttavia subito un incremento significativo tra le donne meno istruite di età compresa tra 35 e 74 anni, soprattutto durante la prima ondata pandemica.

Anche la riduzione dell’offerta e della domanda di assistenza sanitaria per le cure diverse da quelle per il COVID-19 ha penalizzato maggiormente la popolazione più svantaggiata, per la saturazione delle capacità di risposta dei sistemi sanitari pubblici e privati in corrispondenza delle ondate epidemiche, i quali hanno dovuto ridurre o sospendere l’offerta diagnostico-terapeutica, soprattutto a causa di carenza di personale – assente per motivi di malattia – e per la percezione, reale o fittizia, che le strutture sanitarie fossero potenziali fonti di contagio.

Il COVID-19 ha agito sulle disuguaglianze di salute anche in maniera indiretta, attraverso i gravi effetti sull’economia. Infatti, la sospensione delle attività economiche, prolungata e ripetuta, ha colpito tutti i settori produttivi a livello internazionale e nazionale, ma soprattutto ha penalizzato i redditi dei lavoratori autonomi e di quelli precari e, in generale, delle persone meno istruite.

Gli immigrati, a causa del maggiore svantaggio socioeconomico, costituiscono un sottogruppo di popolazione particolarmente vulnerabile, poiché vivono maggiormente nelle aree urbane, di gran lunga le più colpite dalla pandemia, con più frequenza in condizioni di sovraffollamento abitativo, e sono spesso impegnati in attività occupazionali in cui l’esposizione al virus risulta più elevata.

L’Osservatorio Epidemiologico per l’Equità nella Salute (OENES) dell’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e il contrasto delle malattie della Povertà (INMP) si è attivato tempestivamente rilevando la necessità di raccogliere dati validi dal punto di vista scientifico sulla diffusione dell’infezione di COVID-19 tra gli immigrati presenti in Italia fin dalla cosiddetta prima ondata pandemica. Pertanto, ha promosso il progetto “Epidemiologia dell’infezione di SARS-CoV-2 (COVID-19) e uso dei servizi sanitari nella popolazione immigrata e in fasce di popolazione vulnerabili in Italia”, reso possibile grazie alla collaborazione delle regioni Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio e Sicilia. Attraverso un ampio set di indicatori, sono stati monitorati i principali aspetti relativi all’impatto della pandemia: accesso al test diagnostico, infezione, ricovero ospedaliero e mortalità.

Il presente volume raccoglie una serie di articoli in cui vengono presentati i risultati del progetto, con approfondimenti sui vari aspetti dell’impatto della pandemia sulla popolazione immigrata, ponendo particolare attenzione alle diverse fasi della pandemia, caratterizzate dalla comparsa delle varianti che si sono succedute e dall’introduzione dei vaccini, nonché alle aree di provenienza degli immigrati.
Il volume è introdotto da un editoriale curato dall’INMP, che sintetizza le principali evidenze internazionali sul tema e descrive sinteticamente i principali risultati raggiunti dal progetto, che confermano la maggiore vulnerabilità degli immigrati al COVID-19, già osservata a livello internazionale, con tassi di ospedalizzazione più elevati e maggiore mortalità. Inoltre, sono presenti due importanti contributi dell’Istituto nazionale di statistica, che descrivono, rispettivamente, il quadro demografico della popolazione immigrata in Italia e gli effetti della pandemia nelle disuguaglianze socioeconomiche nella mortalità.

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