Integrazione della popolazione straniera in Italia: le sfide per l’epidemiologia e la sanità pubblica nel convegno realizzato da INMP
Roma, 14 marzo 2024 - Si è svolto martedì 12 marzo, presso la sede dell’INMP, il convegno “L’integrazione e la salute della popolazione straniera: evidenze, criticità e sfide per l’epidemiologia e la sanità pubblica”, accreditato come corso ECM. Il convegno è stato realizzato con il coordinamento scientifico della UOC Epidemiologia e a quello organizzativo della UOS Formazione. Ha rappresentato un’occasione per discutere, con un approccio multidisciplinare, le problematiche legate all’integrazione della popolazione straniera in Italia anche in termini di impatto sulla salute e di accesso ai servizi sanitari.
La giornata è stata introdotta dai saluti istituzionali del Direttore sanitario dell’INMP, Christian Napoli. La sessione scientifica mattutina, moderata da Alessio Petrelli, Direttore della UOC Epidemiologia dell’INMP, e da Andrea Cavani, Direttore della UOC Coordinamento scientifico, ha presentato una overview sulle principali evidenze scientifiche internazionali che valutano l’evoluzione dello stato di salute degli immigrati di prima e seconda generazione in relazione alla durata di permanenza nel Paese ospitante (la cosiddetta “transizione di salute”) e l’impatto delle politiche di integrazione sulla salute.
Salvatore Strozza, demografo dell’Università Federico II di Napoli, nelle due relazioni tenute, ha invece fornito dapprima un’interessante panoramica sui vari progetti mirati a definire il concetto di integrazione degli stranieri e successivamente ha fornito un quadro demografico sulle seconde generazioni e le nuove acquisizioni di cittadinanza. Molto interesse hanno suscitato anche le relazioni di Claudio Cerreti, geografo dell’Università Roma Tre, sul concetto di territorio e immigrazione, e di Roberta Altin, antropologa medico dell’Università di Trieste, con un’originale riflessione sui migranti come “corpi estranei”.
La sessione pomeridiana, moderata da Giuseppe Costa, epidemiologo dell’Università di Torino, e da Alessandra Diodati, Responsabile della UOS Salute globale dell’INMP, ha avuto un taglio epidemiologico e di sanità pubblica ed è stata introdotta da Carla Ancona, Presidente dell’Associazione Italiana di Epidemiologia (AIE), che ha riportato le principali esperienze sul tema della salute dei migranti in Italia, incluse quelle del gruppo migranti dell’AIE. Anteo Di Napoli e Martina Ventura, epidemiologi dell’INMP, hanno presentato alcuni risultati dei progetti collaborativi della UOC Epidemiologia, mentre Leuconoe Sisti, medico esperta di sanità pubblica dell’INMP, ha fornito un interessante quadro normativo sull’accesso ai servizi da parte della popolazione straniera. Aldo Rosano, epidemiologo dell’INAPP, ha invece presentato i risultati di un interessante progetto realizzato sul tema dell’integrazione degli stranieri. Il convegno è stato chiuso dalla relazione del professor Giuseppe Costa, che ha descritto la cornice metodologica di riferimento per lo studio della salute degli immigrati, con un focus sull’impatto per le politiche non sanitarie e alcuni esempi tratti dall’esperienza torinese.
In conclusione, la popolazione straniera residente in Italia è ormai pari a circa il 9% del totale. Si tratta di oltre 5.000.000 di persone, che mediamente si trovano in buone condizioni di salute, pur presentando delle criticità in alcuni ambiti specifici. Tuttavia la tendenza all’invecchiamento e all’acquisizione di stili di vita insalubri, indotti anche dalle difficili condizioni sociali ed economiche, evidenziano l’emergere di segnali di deterioramento della salute. Dalla giornata è emersa con forza la necessità di potenziare la ricerca sulla cosiddetta “transizione di salute” degli immigrati in Italia, favorendo l’accesso alle banche dati e sviluppando indicatori in grado di misurare la complessità dei determinanti socioeconomici in questo ambito specifico. L’INMP continuerà la sua opera di promozione e coordinamento di studi scientifici, cogliendo le opportunità che si creeranno nei gruppi di lavoro all’interno del territorio italiano.