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Atlante

L’Atlante italiano delle disuguaglianze di mortalità per livello di istruzione è il frutto della collaborazione scientifica tra INMP, Istat e i maggiori esperti su questo tema. La monografia, pubblicata a febbraio 2019 su Epidemiologia & Prevenzione - rivista dell'Associazione Italiana di Epidemiologia - fornisce un quadro esaustivo delle disuguaglianze di mortalità per livello di istruzione e area geografica in Italia attraverso cartografie e indicatori diversi da quelli già pubblicati.

Lo studio è stato realizzato interconnettendo i dati della popolazione derivanti dal Censimento Istat 2011 con l’archivio nazionale dei decessi (2012-2014) per 35 raggruppamenti di cause di morte (che rappresentano circa il 90% delle cause di tutti i decessi).

Il livello socioeconomico viene misurato attraverso il livello di istruzione perché è l’informazione più disponibile a livello individuale ed è associato a tutti i possibili determinanti delle condizioni di salute, dai fattori di rischio legati agli stili di vita, all’accesso alle misure di prevenzione e ai percorsi di cura più appropriati. Infine il livello di istruzione, una volta acquisito, ha il vantaggio di risultare per lo più invariante nel tempo.

Speranza di vita alla nascita per livello di istruzione, area geografica di residenza e sesso

Dalla ricerca effettuata è emerso che le persone meno istruite di sesso maschile mostrano in tutte le regioni una speranza di vita inferiore di tre anni (tra le donne un anno e mezzo) rispetto alle più istruite. Tale differenza si somma allo svantaggio delle regioni del Mezzogiorno dove i residenti perdono un ulteriore anno di speranza di vita, indipendentemente dal livello di istruzione. In Italia le disuguaglianze sociali nella mortalità sono presenti tra tutte le regioni, ma anche all’interno delle Regioni. Le persone con basso titolo di studio hanno una probabilità di morte superiore del 35% tra gli uomini e del 24% tra le donne. La quota di mortalità attribuibile alle condizioni socioeconomiche e di vita associate al basso titolo di studio è pari al 18% tra gli uomini e al 13% tra le donne.

 

 

La mortalità per livello di istruzione

Lo studio ha messo in evidenza importanti differenze geografiche nella mortalità, indipendenti da età e livello socioeconomico, con un impatto più significativo nelle regioni più povere del Sud, rivelando un inedito vantaggio di salute delle regioni adriatiche. Nello specifico, la mortalità cardiovascolare è più elevata nel Mezzogiorno, indipendentemente dal livello di istruzione. Tale mortalità è legata agli stili di vita e ad alcuni specifici fattori quali attività fisica, fumo, sovrappeso/obesità. Al contrario, il gradiente di mortalità è crescente da Sud a Nord per i tumori nel loro insieme e per la maggior parte delle singole sedi tumorali. Si può ipotizzare una maggiore esposizione a fattori ambientali e occupazionali, ma sono ipotesi che meritano approfondimenti. Inoltre, esiste un gradiente Est-Ovest con maggiore mortalità nel Nord-Ovest e sulla costa tirrenica per molte cause, soprattutto malattie cerebrovascolari e tumori nel loro insieme.

Vengono di seguito riportate tre mappe sulla mortalità per livello di istruzione. Tali mappe prendono in esame gli SMR, i Rapporti Standardizzati di Mortalità per età e livello di istruzione (come vengono calcolati gli SMR?): questo è un tipo di analisi che consente di mettere in evidenza le differenze territoriali nella distribuzione della mortalità per raggruppamenti di cause (nell'Atlante vengono analizzati 35 grandi raggruppamenti), attraverso un’efficace fotografia della variabilità geografica. In particolare, sono qui pubblicati i dati relativi agli SMR sulla mortalità generale (tutte le cause), sulla mortalità dovuta alle malattie del sistema circolatorio e quella legata ai tumori maligni, dove è più visibile lo scarto tra Nord e Sud (N.B.: i colori della pagina web differiscono da quelli della pubblicazione; qui in basso si passa dal blu al rosso, dove blu indica un rischio di mortalità basso e rosso un rischio più elevato).

Tutte le cause

Relativamente alla mortalità per tutte le cause di morte, il 20% delle province (5° quintile della distribuzione degli SMR per provincia) presenta un eccesso superiore al 5% distribuito con la presenza di cluster in tutte le ripartizioni geografiche del Paese: in Piemonte e in parte della Lombardia occidentale per quanto riguarda il Nord-Ovest; nel Lazio per il Centro; in maniera più generalizzata al Sud (fatta eccezione per la Puglia e la Basilicata), dove gli eccessi si distribuiscono a macchia di leopardo. La distribuzione delle aree con mortalità superiore alla media disegna un gradiente crescente da Est a Ovest e una zona con mortalità più elevata nelle province attraversate dal Po e dal Ticino. Questi pattern si osservano senza differenze di rilievo tra uomini e donne.

   
   
   

Malattie del sistema circolatorio

La mortalità per malattie del sistema circolatorio mostra differenze maggiori rispetto a quelle osservate nella mortalità generale, con il 20% delle province che presenta eccessi superiori all’12% tra gli uomini e al 16% tra le donne. Si osserva un gradiente Nord-Sud abbastanza accentuato, a eccezione della Puglia, per la quale, tra gli uomini, si evidenziano valori di mortalità inferiori a quelli nazionali. Le aree interessate dall’eccesso di mortalità riguardano in buona parte le regioni del Mezzogiorno, ma anche il Lazio, a eccezione di Roma. Tra gli uomini, si nota una mortalità più elevata nelle province attraversate dai fiumi Po e Ticino.

   
   
   

Tumori maligni

Nel 20% delle province si registra un eccesso di mortalità per tutti i tumori maligni superiore al 6%. Tra gli uomini, gli eccessi di mortalità riguardano principalmente il Settentrione, coinvolgendo il Piemonte, a eccezione del Cuneese, la Liguria di Levante, la Lombardia, l’Emilia occidentale, la Provincia autonoma (PA) di Trento, il Friuli Venezia Giulia e le province attraversate dal corso del Po. La mortalità è superiore alla media anche in Sardegna, nelle province costiere del Lazio, a Caserta e a Napoli. Tra le donne, l’eccesso di mortalità riguarda sostanzialmente tutta l’Italia settentrionale, con l’eccezione del Trentino-Alto Adige e delle province venete confinanti, e si osserva soprattutto in Lombardia e nella valle del Po. Si segnalano eccessi anche nella pianura campana (Napoli e Caserta) e, in misura minore, nell’alto Lazio e a Palermo. Questo pattern disegna un gradiente Sud-Nord e uno Est-Ovest, quest’ultimo osservabile soprattutto al Centro-Sud.

   
   
   

Schede, mappe e tabelle: scarica l'Atlante

Nell'Atlante oltre agli SMR, viene analizzata, per i medesimi raggruppamenti di cause di morte, anche la Frazione di Mortalità Attribuibile (PAF) che mostra la proporzione di decessi che si potrebbe evitare se la popolazione con titolo di studio medio-basso avesse un tasso di mortalità pari a quello della popolazione con titolo di studio alto. Tutte le schede, le mappe e le tabelle sono disponibili all'interno dell'Atlante italiano delle disuguaglianze di mortalità per livello di istruzione.

Oltre la valenza scientifico-epidemiologica, l’Atlante assume un’importanza strategica per i decisori e i programmatori politici. Le Regioni possono disporre ora di una descrizione dettagliata della mortalità sul proprio territorio e hanno la possibilità di confrontarla sia con la media nazionale sia con le altre regioni, e di attivare, di conseguenza, le azioni di correzione più appropriate.