Assistenza e cura: il modello INMP
L’INMP rappresenta, oggi, un nuovo tassello del Servizio Sanitario Nazionale, per mettere a punto, validare e divulgare metodologie di intervento efficaci a promuovere, da parte del SSN, la salute e il benessere dei gruppi di popolazione maggiormente svantaggiati. Raccogliendo una delle attuali sfide della sanità pubblica, che riguarda la necessità di raggiungere, attraverso specifici percorsi di inclusione, quella parte di popolazione che per vari motivi si trova a vivere ai margini del sistema sanitario, l’INMP ha sperimentato un modello di accoglienza, assistenza e cura con approccio olistico di presa in carico della persona. In mancanza di un tale approccio, le malattie, con particolare riferimento a quelle dermatologiche, infettive, ginecologiche, metaboliche e al disagio psichico, rischierebbero di restare irrisolte, non tanto per le loro caratteristiche intrinseche, ma quanto per la, a volte, inadeguata preparazione dei professionisti della salute nel comprendere appieno stati d’animo, condizioni sociali e relazionali delle persone provenienti da “altre” culture.
Le malattie delle popolazioni migranti e quelle della povertà
Tra i compiti assegnati all’INMP è prevista l’elaborazione di piani di ricerca clinica e la sperimentazione di modelli gestionali per servizi sanitari specificamente orientati alle problematiche assistenziali emergenti nell’ambito delle malattie della povertà. L’Istituto gestisce, in stretta integrazione con i servizi territoriali, con le ASL, con le associazioni del volontariato e del terzo settore attive nel campo delle migrazioni, l’assistenza sanitaria specialistica per la diagnosi, la prevenzione e la cura delle principali patologie legate alle migrazioni e alle popolazioni umane mobili (turisti, viaggiatori internazionali, rifugiati, richiedenti protezione internazionale, profughi, vittime di tortura e nomadi).
In particolare, una delle sfide dell’INMP è riuscire a garantire l’accesso ai servizi e ai percorsi di tutela per le persone che, per diversi motivi, si trovano in condizioni di fragilità.
Molti sono i fattori che condizionano il profilo di salute dei migranti. Prima dell’arrivo nel Paese ospite, questi comprendono l’esposizione a eventuali fattori ambientali, microbiologici e culturali e la possibilità di accesso ai servizi sanitari preventivi e curativi nel Paese di origine e/o di immigrazione intermedia. A questi si aggiungono le conseguenze fisiche e psicologiche del percorso migratorio. Dopo l’arrivo nel Paese ospite, diventano sempre più importanti le condizioni di vita reali e l’accesso ai servizi socio-sanitari. Dall’esperienza dell’INMP nei luoghi di approdo – confermata dalla letteratura internazionale in materia migratoria – la maggior parte di coloro che giungono sono in uno stato di buona salute. Infatti, una forma di selezione viene operata già nel Paese di origine da parte delle famiglie dei migranti stessi, in base alla quale si decide di far partire solo chi è effettivamente in grado di poter raggiungere la meta. Una volta nel nostro Paese, però, gli immigrati vedono impoverirsi progressivamente il loro stato di salute, poiché esposti a molti fattori di rischio legati a condizioni di vita generalmente precarie.
Molte patologie croniche, tra cui il diabete, colpiscono maggiormente i gruppi socialmente sfavoriti. Tra questi, le persone immigrate rappresentano una fascia di popolazione particolarmente svantaggiata poiché non sempre hanno accesso ai servizi nei tempi e nei modi che sarebbero necessari. Dunque, favorire un accesso regolare ai servizi preposti all’assistenza delle malattie croniche e potenziare le competenze diventano obiettivi primari, sia per la prevenzione e gestione del singolo che per la salute pubblica in generale.
In relazione a quanto sopra esposto, riveste grande importanza l’erogazione di prestazioni ambulatoriali poli-specialistiche e di diagnostica strumentale avvalendosi di uno staff sanitario multidisciplinare con la presenza di mediatori transculturali formati ad hoc e antropologi sulle questioni sanitarie, che collaborano alle attività di accoglienza e di facilitazione all’accesso ai servizi del SSR, per garantire un modello di offerta socio-sanitaria multidisciplinare e interculturale.